Il paese di Pulcinella

"I dottrinari del diritto costituzionale discutono sulla formula che
definisca lo Stato italiano. E' lo Stato italiano parlamentare,
costituzionale, assoluto? O contempera brillantemente in una sintesi,
riflesso delle qualità eminentemente pragmatiche del popolo nostro,
tutto ciò che di buono è risultato dalle esperienze democratiche degli
altri popoli? Lo Stato italiano, attraverso l'esame della guerra, ha
finalmente rivelato la sua essenza: esso è lo Stato di Pulcinella, è il
dominio dell'arbitrio, del capriccio, dell'irresponsabilità, del
disordine immanente, generatore di sempre più asfissiante disordine.
Negli Stati assoluti esiste un solo autocrate, depositario della
sovranità e del potere; nel paese di Pulcinella gli autocrati si
moltiplicano per generazione spontanea: la tribù dei segretari e dei
sottosegretari di Stato è un semenzaio di poteri autocratici, ognuno
dei quali opera per conto proprio, fa disfa, accavalla e distrugge,
distrugge la ricchezza nazionale; sono autocrati i prefetti, i
sottoprefetti, i questori che unificano la farragine di disposizioni,
circolari, decreti nel proprio buon piacere; i censori che, scelti col
criterio della beneficenza, per assicurare una decorosa vecchiaia ai
falliti del giornalismo e della burocrazia, mangiano la foglia…
sonniniana-conservatrice e tagliano e deturpano l'Avanti!
preoccupandosi solo di perpetuare il loro canonicato e i lauti
appannaggi correlativi: i generali, i delegati, i questurini. Ognuno di
questi 'servitori' del potere esecutivo ha trasformato la sfera della
sua azione in una satrapia indipendente dalle leggi generali, in uno
Stato nello Stato, dove l'abuso e il sopruso sono la quotidiana
attività, che travolge e dissolve le tradizioni, la sicurezza, gli
interessi cosiddetti legittimi, le gerarchie sentimentali e
autoritarie, i rapporti sociali.
Attraversiamo la fase critica del processo dissolutivo dello Stato
capitalista, costretto dagli avvenimenti a strafare quando è incapace
al semplice fare, che interviene nella sfera d'azione delle private
iniziative e determina solo confusione, turbamento, arresti di
sviluppo, che proclama a gran voce libertà e ordine, e trema per ogni
parola eterodossa, per ogni affermazione teorica di principio. Lo Stato
italiano è lo Stato di Pulcinella, dove nessuno comanda perché
un'infinità di irresponsabili comandano, dove nessuno crea, perché gli
incompetenti riddano intorno agli stipendi e alle sinecure, dove il
domani è buio perché non esiste un'attività generale organizzata che
segua rettilineamente una via conosciuta. E' il paese del disordine
permanente, della censura permanente, dello stato d'assedio permanente,
anche se decreti e disposizioni particolari annunziano, confermano,
ripetono, avvertono, assicurano. Esiste più uno Stato? Esistono più
leggi generali? Esiste più una gerarchia d'autorità che effettivamente
riesca a ottenere obbedienza dai subalterni? Pulcinella trema; egli ha
sentito rumore e il terrore bianco gli ha fermato il cuore, gli ha
spezzato i tendini, gli ha atrofizzato il cervello."

Antonio Gramsci

 

Antonio Gramsci, Il paese di Pulcinella, l'Avanti! del 39 gennaio 1919 [ripubblicato in Antonio Gramsci, Scritti politici (a cura di Paolo Spriano), l'Unità – Editori Riuniti, 1967]

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