Nessuno Stato deve immischiarsi con la forza nella costituzione e nel governo di un altro Stato

"«Nessuno Stato deve immischiarsi con la forza
nella costituzione e nel governo di un altro Stato.»
Infatti, da che cosa sarebbe autorizzato uno Stato a
comportarsi così? Forse dallo scandalo che quello Stato dà ai sudditi di altri
Stati? Ma questo scandalo può servirgli piuttosto da ammonimento, perché gli
offre l'esempio dei grandi mali che un popolo ha attirato su di sé con la
propria mancanza di legalità. E comunque, in generale, il cattivo esempio che
una persona libera dà ad altri (come scandalum acceptum) non costituisce affatto
una lesione dei diritti di costoro.
Sarebbe certo diverso il caso in cui uno Stato, per effetto di
una discordia interna, si dividesse in due parti, delle quali ciascuna formasse
uno Stato particolare con la pretesa di dominare il tutto; in tal caso, l'aiuto
prestato a una delle due parti non potrebbe essere considerato come ingerenza di
uno Stato nella costituzione di un altro Stato (poiché non sarebbe questione di
costituzione, ma di anarchia). Tuttavia, finché tale discordia interna non si è
ancora esplicitamente manifestata, l'ingerenza di potenze straniere
costituirebbe la violazione dei diritti di un popolo indipendente che è alle
prese soltanto con un morbo intestino: l'intervento stesso costituirebbe dunque
uno scandalo, e metterebbe a rischio l'autonomia di tutti gli Stati."

Immanuel Kant

 

Immanuel Kant, Zum ewigen Frieden. Ein philosophischer Entwurf, 1796 [edizione italiana con testo a fronte: Immanuel Kant, Per la pace perpetua. Un progetto filosofico (a cura di Vincenzo Cicero e Massimo Rocoroni), Rusconi, 1997]

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